– viaggio dal 30 marzo al 7 aprile 2016 –
30-31 MARZO 2016
La nostra seconda vacanza in camper non inizia nel migliore dei modi: il camper che avevamo preso a noleggio ( che avrebbero dovuto portarci attorno alle 16:00 ) ci viene consegnato con 4 ore di ritardo e presenta da subito un problema di spazio: il seggiolino di Babi non ci sta! Lo spazio tra il sedile ed il tavolo è troppo piccolo ed il seggiolino di Babi è effettivamente abbastanza ingombrante….
Dopo un primo momento di sconforto proviamo a mettere al suo posto il secondo seggiolino di Lorenzo, che è più piccolo di dimensioni ma anche decisamente più scomodo per Babi perché è ancora grande per lui…. ma è l’unica alternativa per poter partire e quindi proviamo. Fortunatamente ci sta, anche se Babi non ne è visibilmente felice.
Vista l’ora decidiamo comunque di partire ma fermandoci subito a cenare velocemente al McDonalds poco prima dell’ingresso in tangenziale ( quindi a 10 minuti scarsi da casa ).Mentre io ordino si consuma il secondo dramma: il camper non parte più e Gianni fatica non poco ad accenderlo per spostarlo dalla postazione benzina la parcheggio.
Ceniamo di corsa ( noi ne avremmo fatto a meno, ma i bimbi no… ) e abbastanza preoccupati. Riusciamo a riportare il camper sotto casa e proviamo a chiamare il servizio assistenza, che risponde subito nonostante siano ormai le 21:00: ci viene confermato che il camper era appena uscito dall’officina e che dovrebbe quindi non avere problemi. Ci consigliano di far salire un po’ di giri il motore e con le dritte forniteci in effetti il camper sembra a posto. Gianni è un po’ dubbioso, ma alla fine decidiamo di provare a metterci in marcia e raggiungiamo senza problemi l’area di sosta di Courmayeur. Passiamo una notte tranquilla, ma al mattino il risveglio è abbastanza brusco: il camper nuovamente non parte. Chiamiamo l’assistenza, non hanno mezzi alternativi a disposizione ma ci indicano l’officina più vicina dove poterlo portare. Dopo un bel po’ di tentativi Gianni riesce a mettere in moto lo sfortunato mezzo e in una mezz’oretta raggiungiamo l’officina ad Aosta, lasciamo il camper e inganniamo il tempo andando a fare colazione. Quando torniamo in officina ci dicono che il problema potrebbe essere un fusibile, che però non hanno in casa e dovrebbero quindi ordinarlo ma gli arriverebbe lunedì. In alternativa possiamo provare ad andare direttamente nell’officina da cui lo dovrebbero ricevere di modo da velocizzare i tempi. Ennesima telefonata all’assistenza e ci accordiamo per andare noi nella seconda officina, che però è verso Torino, quindi ci vorrà circa 1h e 30 per arrivarci. Ci mettiamo in marcia, raggiungiamo la nuova officina dove il personale gentilissimo si mette subito all’opera per risolvere il problema, ma dopo quasi due ore di tentativi, si arrende. Ci dicono molto chiaramente che il mezzo è a rischio e loro non partirebbero per un viaggio così lungo con il pericolo che il camper non si metta più in moto. Nuova chiamata all’assistenza ( per fortuna sempre molto presente e disponibile ) e tra le varie soluzioni proposte troviamo una soluzione accettabile: c’è un camper sostitutivo ma è a Varese e dovremmo andare noi a prenderlo. Sono due orette ancora di strada, ma per finire questa infinita Odissea e cercare di raggiungere la Normandia decidiamo che tra tutti i chilometri già fatti oggi a spasso per officine, qualche chilometro in più non farà male.
Andiamo quindi a Varese, dove effettuiamo rapidamente il cambio camper. Il nuovo camper è più ampio rispetto al precedente, è un 7 posti con doppia dinette e, particolarità non da poco, in questo Babi ha molto più spazio. Io e Gianni abbiamo quindi la stessa idea: fatto 30, facciamo 31… e torniamo quindi a casa a fare il cambio di seggiolino per il nostro piccolo viaggiatore! I chilometri da fare ( si spera ) saranno tanti, si merita di viaggiare comodo!
Il risultato di tutto questa epopea è che verso le 20:00 siamo nuovamente a cenare allo stesso MC della sera precedente e che passiamo ancora la notte a Courmayeur ai piedi della funivia, ma Babi adesso ha la “postazione da viaggio” perfetta.
1 APRILE 2016
Ci svegliamo dopo una notte tranquilla, per prima cosa Gianni testa il camper, che si accende senza alcun problema. Facciamo colazione nel grazioso bar accanto alla funivia e poi finalmente puntiamo il camper verso la Normandia. Per la notte decidiamo di fermarci ad Auxerre, nel bel parcheggio già collaudato nel precedente viaggio in Bretagna.
2 APRILE 2016
Finlamente “sbarchiamo” in Normandia e la prima cosa che constatiamo è che il navigatore entra inspiegabilmente in sciopero: da Bayeux in poi ci colloca nel bel mezzo del nulla e non riconosce alcun tipo di strada al di fuori dell’autostrada. Considerando che siamo arrivati al calar del sole e la visibilità dei cartelli sulle strade secondarie è decisamente bassa, l’assenza del navigatore ci crea qualche problema, ma dopo aver saltato un paio di deviazioni riusciamo ad arrivare ad Arromanches e al suo bel Camping Municipal, molto ben segnalato. Il campeggio è davvero molto carino, le piazzole sono ampie e ovviamente in questo periodo non ci sono molti altri avventori oltre a noi, quindi è silenziosissimo. Un altro aspetto fondamentale è la vicinanza con il centro, in due minuti si arriva nella zona pedonale, meglio di così è onestamente difficile. Per chi volesse, alle spalle del campeggio, andando verso la spiaggia, c’è un parcheggio gratuito riservato ai camper in cui si può anche pernottare, ma non offre possibilità di collegamento elettrico.
Sistemiamo il camper e ci prepariamo per la notte, riposandoci in vista della giornata di domani, in cui finalmente inizieremo a scoprire le spiagge dello sbarco.
3 APRILE 2016
Ci svegliamo con un cielo grigio ma per fortuna senza pioggia e nessuna voglia di fare colazione in camper nel regno delle crépes e dei croissants, così ci prepariamo in fretta ed usciamo. C’è solo l’imbarazzo della scelta per dove fermarsi a fare colazione nella graziosa via pedonale, noi scegliamo la Creperie de la Plage, una piccola ma carinissima creperia a ridosso dei bastioni e con bellissima vista sul mare, dove rimaniamo tutti ampiamente soddisfatti.
Proseguiamo poi la passeggiata verso la spiaggia ma il tempo di girare l’angolo per tornare nella via pedonale e Gianni viene rapito da una galleria d’arte che espone tra gli altri degli originalissimi quadri ritraenti le famose VACHE normanne. Essendo il suo animale preferito ( e da qui il nome del sito ) ed essendo queste opere davvero belle ci fermiamo a curiosare e notiamo che anche a Lorenzo piacciono molto queste mucche tutte colorate. Scegliamo tre quadretti di piccola dimensione non sapendo ancora bene che posto potrebbero conquistare a casa e l’artista, che ha preso in simpatia Lorenzo, gli regala una piccola vache in ferro, rendendolo ovviamente il bambino più felice della terra. Raggiungiamo finalmente la piazza principale e ci avviciniamo alla spiaggia, lo sguardo d’insieme lascia a bocca aperta.
C’è la bassa marea, scendiamo in spiaggia e mentre Lorenzo gioca contento noi ci avviciniamo un’ po intimoriti a questi giganteschi blocchi di cemento. La mole di questi blocchi è veramente imponente e per quanto ci provi onestamente non riesco a farmi un’idea realistica di come doveva essere questo porto in piena attività perché per quanto grande lo immagini, poi compare ancora all’orizzonte un altro pezzo, poi un altro ancora…
Lasciata la spiaggia è ormai ora di pranzo e ci lasciamo tentare dal “Restaurant Le Pappagall”, un piccolo ristorantino con interni semplici e colorati lungo la via pedonale. Purtroppo hanno finito le ostriche ( che già pregustavo ) ma le cozze e le galettes sono davvero molto buone. Dopo pranzo ci incamminiamo verso il Museo dello Sbarco e notiamo che la giostra carosello all’ingresso della spiaggia ha aperto… possiamo farci mancare un giro? E allora via su cavallini e aeroplanini, anche se la star incontrastata per Lorenzo è senza dubbio il temibile “barone rosso”.
Raggiungiamo poi il vicino museo dove però ci dicono che non si può entrare con il passeggino a causa di spazi abbastanza stretti e visto che Babi dorme decidiamo di non visitarlo. Inizia a scendere qualche goccia di pioggia così, dopo qualche immancabile acquisto nei negozi di souvenir, torniamo sul camper dove Lorenzo può godersi il suo acquisto di soldatini personale.
Ci riposiamo un po’ poi verso cena la pioggia finalmente cessa così’ usciamo a fare due passi con l’idea di cercare un buon ristorantino. Ci eravamo onestamente dimenticati che i nostri orari serali sono un po’ diversi da quelli di Normandia e Bretagna, infatti sono le 20:00 e quasi tutti i ristoranti sono chiusi. Per fortuna la nostra buona stella non ci abbandona e troviamo un ottimo ristorante aperto, Le Bistrot, lungo la via pedonale. Prima di tornare in camper passeggiamo lungo il “giro di ronda ” al di sopra della spiaggia, siamo praticamente le uniche persone in giro e l’atmosfera è bellissima.
4 APRILE 2016
Salutiamo il nostro bel campeggio e la bellissima Arromanches e ci dirigiamo con la D514 verso le spiagge dello sbarco senza avere in realtà una meta precisa. Decidiamo di non visitare il cimitero americano di Colleville-sur-mer perché lo abbiamo già visitato qualche anno fa ( quando eravamo in attesa di Lorenzo ) e visto che i bimbi sono ancora molto piccoli e probabilmente, soprattutto Babi, avrebbero l’istinto di correre e giocare in tutto quello spazio, il rispetto verso la memoria di quei soldati ( e in generale di tutti coloro che hanno perso la vita in quel conflitto ) ci impone di proseguire oltre.
Svegliamo invece di fermarci all’Overlord Museum che si trova esattamente di fronte alla rotonda con la deviazione per il cimitero americano. Il museo è molto bello e non essendo eccessivamente grosso è adatto anche alla “soglia di attenzione” dei bimbi piccoli come Lorenzo, che è stato rapito dai molti mezzi presenti e ha osservato tutto con estrema curiosità.
Proseguiamo poi sempre seguendo la D514 e, ormai giunta l’ora di pranzo, ci fermiamo a Grandcamp-Maisy al ” Restaurant de la mer “, un posto abbastanza spartano ( ma anche uno dei pochi aperti ) ma con ottimi piatti di pesce. L’attesa è un po’ lunga nonostante il locale non sia molto pieno, ma tutto sommato è stata una buona scelta.
Lasciamo il ristorante alle 14:30 passate e ci rimettiamo in marcia verso Utah Beach, dove arriviamo in circa 40 minuti e decidiamo di fermarci per la notte al Utah Beach Camping. Il campeggio è grande e ben tenuto, con una piscina coperta ( non riscaldata..ma questo lo scopriranno poi poco dopo l’arrivo Gianni e Lorenzo ), una zona di giochi dedicata ai bimbi e ottimi servizi. Le piazzole sono ampie e delimitate da siepi e ovviamente non essendo alta stagione c’è una grandissima tranquillità. Babi dorme, Gianni e Lorenzo vanno subito in piscina mentre io ne approfitto per seguire Babi nel mondo dei sogni. Nonostante l’acqua fredda i due uomini passano più di un’ora in piscina, poi tornano in camper dopo essersi scaldati con una bella doccia calda giusto in tempo per godersi questo meraviglioso tramonto.
5 APRILE 2016
Ci svegliamo con un bel sole e dopo aver fatto colazione con delle ottime croissants fresche acquistate nel piccolo supermercato accanto alla reception ci spostiamo a Utah Beach. Ci sono degli ampi parcheggi per camper proprio accanto all’ingresso, alle spalle delle dune che separano la spiaggia dalla strada, parcheggiamo quindi il camper senza problemi ed imbocchiamo una delle tante stradine che permettono l’accesso alla spiaggia. Inutile dire che Lorenzo è entusiasta di essere sulla sabbia e inizia a guardarsi intorno curioso alla ricerca di conchiglie. Passeggiamo con calma lunga la spiaggia fino a raggiungere l’ingresso di Utah Beach.
Visitiamo poi il memoriale, che consiglio vivamente sia per le bellissime collezioni esposte sia per la posizione decisamente panoramica con ampie vetrate sulla spiaggia dello sbarco, e rimaniamo tutti per parecchio tempo con il naso all’insù ad ammirare lo splendido bombardiere B26 esposto nel grande e luminoso hangar. Lorenzo non vorrebbe più andar via e riusciamo a convincerlo solamente facendogli vedere il grande carro armato al di la delle vetrate.
Visitare questi luoghi e pensare che al mondo ci siano ancora guerre fa onestamente venire i brividi…
Terminata la visita si è ormai fatta l’ora di pranzo e ci lasciamo tentare dal caratteristico “Le Roosvelt Cafè”, a pochi passi dal memoriale, in una costruzione presente anche all’epoca del D-day. Al suo interno tutto è all’insegna del D-Day, manichini in divisa, vari reperti d’epoca, bandierine, foto, firme e scritte di chi ha vissuto in prima persona quel giorno…e addirittura il bagno costruito come quello di un sommergibile. In più abbiamo pranzato davvero bene a prezzi modici quindi è una sosta che mi permetto di consigliare. A noi è davvero piaciuto molto e Lorenzo ha trovato anche un bellissimo souvenir dal negozietto all’uscita..
Dopo pranzo torniamo al camper, io e i bimbi lungo la spiaggia ( ora molto più ampia data la bassa marea ) e Gianni concedendosi finalmente un piccolo excursus fotografico lungo le dune ancora ricoperte dal filo spinato.
Mentre Babi si concede il suo meritato pisolino pomeridiano lasciamo le spiagge dello sbarco e ci dirigiamo verso il faro di Gatteville. La strada è quasi senza traffico e regala degli scorci molto belli lungo gran parte del tragitto. In circa tre quarti d’ora raggiungiamo il faro, c’è molto vento ma l’azzurro del cielo è di una bellezza davvero notevole. Lorenzo aiuta il papà a fare qualche foto poi ci avviciniamo al faro riparandoci per un po’ dal vento grazie alla sua mole. Il faro è visitabile ma ci sono 365 scalini da fare per cui per questa volta rinunciamo, anche se il panorama da lassù deve essere davvero stupendo …
Rimaniamo per un po’ a giocare sugli scogli nell’unica zona riparata dal vento poi ci rimettiamo in marcia verso la sosta programmata per la notte: Cap de la Hague.
Cap de la Hague è senza dubbio uno dei posti del cuore mio e di Gianni, ce ne siamo innamorati durante il nostro viaggio ad agosto 2011, quando Lorenzo viaggiava con noi nel pancione della mamma. Ci eravamo arrivati al tramonto e sebbene anche in quell’occasione ci fosse molto vento, lo spettacolo era talmente bello che tra foto e contemplazione non ce ne siamo quasi accorti. In camera dei bimbi abbiamo uno splendido quadro del faro, ricavato da una delle foto fatte da Gianni.
Avevamo poi cenato nel bellissimo ristorante vista faro, che aveva una strana particolarità: la sala da pranzo ufficiale ( quindi dove stavano cenando tutti al nostro arrivo ) si trovava dal lato opposto rispetto al faro, mentre la sala con vista faro era deserta. Per non so quale fortunato motivo ci avevano invece fatto accomodare in un bellissimo tavolo accanto alla finestra ed avevamo cenato nella tranquillità più totale godendoci la fine del tramonto sul faro. E’ stato uno dei posti più belli in cui abbia mai cenato.
Già in quell’occasione avevamo notato che nel parcheggio proprio sopra il paese ( l’unico in cui si possa sostare ) erano posizionati alcuni camper con una vista davvero invidiabile…non potevamo quindi perdere l’occasione di goderne anche noi.
Arriviamo al parcheggio attorno alle 18:45, io purtroppo non sto benissimo e rinuncio a malincuore alla passeggiata fino al faro. Gianni prepara i bimbi e con calma, nonostante il forte vento, si incamminano verso lo splendido faro.
Rientrano al camper alle 20:30 passate. Alle loro spalle un meraviglioso tramonto, che continuiamo ad ammirare dal finestrino del camper fino all’imbrunire.
6 APRILE 2016
Questa mattina il tempo è nuvoloso e ci fa nuovamente compagnia il vento, che per tutta la notte si è fatto sentire. Ci muoviamo in direzione di Mont Saint-Michel, la meta di questa sera, ultima tappa prevista in Normandia prima di entrare nella nostra amata Bretagna.
Percorriamo la strada costiera passando per la Baia d’Ecalgrain ( se passate da qui in orario di pranzo non perdetevi il meraviglioso tavolino da pic nic sul lato sinistro della strada, in una delle posizioni più panoramiche che si possano avere…. ) e ci dirigiamo verso il Nez de Jobourg, un altro posto che ci aveva conquistato nel precedente viaggio. La vista dall’alto dei suoi 128m s.l.m. merita davvero una sosta. Oggi purtroppo il vento è davvero molto molto forte, fossimo da soli non ci saremmo fatti problemi ma una volta giunti nel parcheggio, nonostante le nuvole abbiano lasciato spazio al sole e ad un cielo sereno, ci siamo resi conto che per quanto bello potesse essere non avremmo potuto fare nemmeno una passeggiata con i bimbi, anche coprendoli bene, e non ci saremmo quindi goduti il posto. Decidiamo quindi di proseguire oltre, non senza aver però immortalato almeno dal parcheggio la splendida vista.
Ci fermiamo per pranzo in uno dei tanti punti panoramici lungo la strada costiera, facciamo una sosta scarico acque e spesa e attorno alle 16:00 arriviamo a Mont Saint Michel, dove proviamo a fermarci al Camping aux Pommiers ma purtroppo è pieno ( e Lorenzo ci rimane malissimo perché aveva già visto tutti i giochi… ) così ripercorriamo la strada a ritroso per un breve tratto fermandoci al bel Camping Saint-Michel. Seppur meno comodo per la visita al Mont Saint-Michel questo campeggio è molto carino, tranquillissimo, con tantissimo verde e una grande area giochi dedicata ai più piccoli, compresa di gonfiabili e di una piccola “fattoria” con gli animali. Sistemiamo il camper in un’ampia piazzola e andiamo subito nell’area giochi dove lasciamo libero sfogo a Lorenzo e Babi. Ceniamo poi tranquillamente sul camper godendoci i colori del tramonto all’orizzonte.
7 APRILE 2016
Ci svegliamo con una bellissima giornata di sole ma con una brutta sorpresa:
Lorenzo ha la varicella. Per fortuna sta bene e non ha fastidio, ma è
ovviamente impensabile proseguire il nostro viaggio e dobbiamo quindi
rinunciare sia alla visita di Mont Saint-Micheal che agli ultimi giorni in
Bretagna.
Dopo colazione quindi ci mettiamo sulla via del ritorno, salutando da lontano
Mont Saint-Micheal che vediamo all’orizzonte con la promessa che ci rivedremo
presto.
Nonostante questo finale anticipato e l’inizio un po’ disastroso, questo
viaggio in Normandia è stato davvero indimenticabile e ci ha portato a scoprire
luoghi che inevitabilmente rimangono impressi nel cuore, sia per la loro
storia, sia per il modo in cui li abbiamo vissuti.